La strada, una necessità di efficienza Nel novembre 2024 i cittadini dovrebbero approvare l’ampliamento delle strade nazionali. I costi sono quasi interamente sostenuti dagli automobilisti, a differenza di quanto avviene per il trasporto pubblico. mercoledì, 18.9.2024 | 08:00 ... Società Svizzera Impresari-Costruttori Impresario-Costruttore 5.0 Congiuntura & statistiche Fatti & cifre La strada, una necessità di efficienza Può navigare attraverso la storia mediante il grafico qui sotto, cliccando sui numeri. 1 1 2 2 3 3 4 4 1. Dal 2019 sono aumentate le code su 21 strade nazionali su 23 In otto anni la congestione è raddoppiata, raggiungendo quasi le 50 000 ore. La causa principale è il sovraccarico. Le ore di coda sono aumentate su quasi tutte le strade nazionali. L’A1, A2 e A3 hanno registrato il maggior numero di ore di coda già prima del coronavirus, e su queste tre tratte il carico è aumentato ancora in misura notevole. Ma anche su molte altre tratte, come l’A4 (Thayngen – Altdorf), l’A13 (St. Margrethen – Ascona) o l’A20 (Murten – Col des Roches), i limiti di capacità vengono raggiunti sempre più spesso. Ciò sottolinea la necessità di ampliare le strade nazionali esistenti con il programma PROSTRA 2030. × 2. Gli automobilisti privati utilizzano le strade, ma pagano anche di tasca propria Il traffico motorizzato privato (autovetture, moto, ecc.) finanzia i propri costi all’87%. Il trasporto pubblico su strada (tram, autobus, ecc.) copre invece solo il 44% dei suoi costi per conto proprio. Esso riceve un franco su due come sovvenzione. A rappresentare un’eccezione è il 2020, l’anno del coronavirus, quando l’autofinanziamento del trasporto stradale pubblico è sceso al 34%. Successivamente si è probabilmente ripreso, ma al momento non sono disponibili dati più recenti. Il caso dimostra tuttavia come il traffico stradale pubblico dipenda finanziariamente dal gettito fiscale. Il trasporto individuale motorizzato non presenta invece questa vulnerabilità. Negli anni in cui i suoi costi sono aumentati, coloro che li hanno causati hanno aumentato proporzionalmente i loro contributi. × 3. La strada finanzia parzialmente la ferrovia Con il consenso del popolo, la Confederazione ha istituito tre fondi per gestire e ampliare l’infrastruttura di trasporto. Si tratta del FIF per le ferrovie, del FOSTRA per la strada e del «Finanziamento speciale per il traffico stradale» per le ferrovie, la strada e altro. Nel 2023, alla ferrovia sono stati destinati direttamente 1,2 miliardi di franchi dal gettito fiscale generale e 4,5 miliardi di franchi da imposte, in modo indiretto tramite il FIF. Il traffico motorizzato privato contribuisce con un altro miliardo di franchi al FIF e quindi alla ferrovia. Il «Finanziamento speciale per il traffico stradale» è finanziato esclusivamente con fondi del traffico motorizzato individuale. Di questi, 365 milioni di franchi sono destinati nuovamente alle ferrovie, ossia 262 milioni indirettamente tramite il FIF e 103 milioni in modo diretto. Inoltre, il fondo spende 376 milioni di franchi per la protezione dell’ambiente e simili (40%) nonché per spese amministrative (60%). Nonostante il nome, i fondi del «Finanziamento speciale per il traffico stradale» sono destinati in larga misura alle ferrovie e all’ambiente. La strada finanzia parzialmente la ferrovia. Occorre inoltre tenere conto delle proporzioni: per la manutenzione e l’ampliamento delle ferrovie sono stati destinati 6 miliardi di franchi nel 2023, mentre per le strade solo poco più della metà (3,4 miliardi di franchi). Con «strada» non si intendono solo le strade nazionali, ma anche le strade principali e il traffico d’agglomerato. Di conseguenza, alla costruzione e manutenzione delle strade viene destinato relativamente poco denaro e il traffico motorizzato privato si fa comunque carico dei costi complessivi quasi per conto proprio. × 4. 20% di CO2 in meno nonostante 20% di auto in più Nel 1990 erano immatricolate in Svizzera 3 milioni di autovetture, mentre nel 2008 erano 4 milioni. Nello stesso periodo sono aumentate anche le emissioni di CO2 dell’intero settore dei trasporti. Ma da allora si è verificata un’inversione di tendenza. Se nel 2008 le emissioni ammontavano ancora a 16,7 milioni di tonnellate di CO2, nel 2022 erano 13,7 milioni (-18%), e questo nonostante siano state immatricolate ulteriori 0,7 milioni di autovetture. Con il tempo le autovetture sono diventate più ecologiche, con filtri per i gas di scarico o propulsioni elettriche che riducono l’impatto ambientale. Il traffico è quindi sulla strada giusta: riduce le emissioni di CO2 anche senza divieti o restrizioni artificiose per il trasporto motorizzato privato. Il potenziamento delle strade nazionali eviterebbe inoltre la CO2 che le auto emettono quando sono ferme nelle code. × Circa l'autore Luiza Maria Maniera [email protected] Condividi questo articolo
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