L’occupazione rimane ad un livello elevato

Nel settore principale della costruzione, il tasso di disoccupazione nel 2022 era in media del 3,8%. Si tratta del valore più basso degli ultimi dieci anni. La disoccupazione è stata eccezionalmente bassa ogni mese dell’anno scorso. Il basso tasso rispecchia la buona congiuntura edilizia: grazie all’elevata attività edilizia, molti disoccupati hanno ritrovato un lavoro. Tuttavia, l’aspetto congiunturale non rivela tutta la verità. Nei prossimi anni sempre più persone andranno in pensione. Se il pensionamento riguarderà in particolare i disoccupati, il tasso di disoccupazione diminuirà quasi automaticamente a causa della riduzione della riserva di manodopera potenziale.

Negli ultimi trimestri, un numero sempre maggiore di imprese edili ha incontrato enormi difficoltà nell’occupare posti vacanti. E questo riguarda tutte le funzioni professionali. Un’impresa su tre nel settore delle costruzioni ha grandi difficoltà ad occupare quei posti che richiedono un diploma di apprendistato. Le imprese non riescono a trovare personale per questi posti di lavoro o solo facendo enormi sforzi. Nella media a lungo termine, dal 2004 il 20% delle imprese di costruzione ha incontrato notevoli difficoltà di reclutamento di personale in possesso di un diploma di apprendistato, ma dalla fine del 2020 questo numero è cresciuto.

Nei prossimi mesi l’economia dovrebbe rallentare un po’ e quindi anche la necessità di manodopera. Rimarranno tuttavia ricercati giovani e persone in età avanzata in possesso di un diploma di apprendistato. Anche le persone con un titolo di formazione professionale superiore sono richieste e quasi il 25% delle imprese di costruzione ha problemi di reclutamento per quanto riguarda questi candidati. Nei decenni passati solo una piccola parte delle imprese edili ha avuto difficoltà ad assumere diplomati delle scuole universitarie. Questo si spiega probabilmente con il fatto che in passato le imprese edili hanno mostrato scarso interesse per i diplomati delle università e scuole universitarie professionali. Là dove poche aziende cercano personale, le difficoltà sono ovviamente ridotte.

Con il passare del tempo, la domanda di diplomati delle scuole universitarie è tuttavia cresciuta, ad esempio perché sono sempre più apprezzati coloro che decidono di cambiare settore di attività o perché le imprese di costruzione desiderano sviluppare nuove competenze e hanno necessità di specialisti in marketing o tecnologie informatiche. Inoltre sono maggiormente richieste persone che hanno completato la scuola dell’obbligo ma prive di un diploma professionale: attualmente il 7% delle imprese di costruzione dichiara di avere difficoltà nel reclutamento di personale di questo tipo.

Per il barometro dell’impiego viene chiesto alle imprese se l’impiego di personale sarà superiore, invariato o inferiore nei mesi a venire rispetto al momento dell’indagine. Tanto più elevato è il punteggio, tanto più numerose sono le aziende che vogliono assumere personale aggiuntivo. Interrogati sui loro piani di reclutamento nei prossimi mesi, una piccola maggioranza delle imprese del settore delle costruzioni prevede di aumentare l’occupazione. Questa valutazione vale per l’edilizia, il genio civile e il settore delle finiture. A partire dalla fine del 2021 si è delineato un rallentamento delle aggiudicazioni pubbliche, ciò che ha indotto le imprese del genio civile a prendere in considerazione una riduzione del proprio personale. Si è registrata una svolta nella seconda metà del 2022, da allora una piccola maggioranza delle imprese del genio civile prevede di assumere nuovamente più personale nei mesi successivi.

Per classificare questi piani di reclutamento, la SSIC ha elaborato una previsione del numero di occupati previsto per il settore principale della costruzione a fine marzo 2023. A questo scopo essa si basa sui dati dell’indagine trimestrale e sulle previsioni di fatturato secondo l’Indice costruzioni. La previsione tiene però conto anche dell’aumento dei tassi d’interesse e degli aumenti salariali decisi per il 2023.

A fine marzo 2023 si prevede che saranno impiegati nel settore principale della costruzione poco più di 87’500 lavoratori . Questo valore è superiore alla media dei cinque anni precedenti, ma è diminuito dell’1% rispetto alla fine di marzo 2022.

L’attività di costruzione dovrebbe rallentare a partire dall’estate del nuovo anno a causa dell’aumento dei tassi d’interesse. Tenuto conto di queste prospettive, le imprese sono più restie a reclutare personale. Inoltre, nel 2023 i salari effettivi aumentano di 150 franchi al mese e i salari minimi di 100 franchi. Gli aumenti salariali implicano costi più elevati che indeboliscono anch’essi le prospettive occupazionali.

In tutti questi casi si tratta di stime per i prossimi mesi. Come già avviene oggi, anche a medio e lungo termine i lavoratori qualificati continueranno ad essere richiesti e resisteranno quindi alle fluttuazioni congiunturali.