Molti progetti in cantiere

In questo periodo di forte espansione demografica nel Cantone, Jean-Luc Jaquier, vicepresidente della Federazione vodese degli imprenditori (FVE), è soddisfatto dei cinque progetti di agglomerazione in corso, sottolineando che tuttavia ne serviranno altri per coprire il fabbisogno abitativo.

Signor Jaquier, ci troviamo nei suoi uffici di Flon, all’inizio di quella che sarà presto la linea del tram. Cosa pensa dello sviluppo generale dell’Ovest losannese?

È una buona cosa, perché soddisfa una forte domanda in termini di mobilità ed edilizia abitativa. Tra Losanna e Morges, la quota di abitazioni vuote, stimata intorno allo 0,47% nell’Ovest losannese, si colloca ben al di sotto della soglia della carenza, fissata all’1,5%. Uno sviluppo urbanistico coerente e nuove infrastrutture consentiranno ai promotori, al Cantone e ai comuni di costruire, con una conseguente distensione della situazione.

Ma non basta.

Perché tutto funzioni, in futuro si dovrà costruire molto di più. Secondo le autorità cantonali, nel Cantone ogni anno mancano tra 500 e 1000 nuove unità abitative. Posto che l’immigrazione continuerà ad aumentare nei prossimi anni – si prevedono 10 milioni di abitanti in Svizzera nel 2040 –, non si arriverà mai a recuperare il divario esistente. E per noi costruttori vodesi questa non sarà l’unica sfida. Il nuovo progetto di legge vodese sull’energia (LVLEne) imporrà anche il risanamento energetico del parco immobiliare: si dovrà quindi reperire abbastanza manodopera qualificata per realizzare tali obiettivi.

Con il progetto rivolto alla Generazione Z, la FVE ha recentemente lanciato uno strumento utile per affrontare con decisione il problema.

Si tratta di un progetto pilota di apprendistato, una nuova formazione duale destinata alle giovani generazioni di oggi, sia quelle che frequentano le scuole superiori sia quelle che abbandonano gli studi (30% dei casi), incluso chi non arriva a conseguire alcun diploma (15%). Speriamo così di aumentare dal 10% al 20% il numero di apprendiste e apprendisti. Il consigliere di Stato Frédéric Borloz, responsabile della formazione, sostiene pienamente i nostri sforzi. In ogni caso, i giovani sono interessati ai lavori attualmente in corso. Ne vedo alcuni che guardano i cantieri e nascono discussioni e scambi di opinioni. Forse questo ne farà avvicinare un maggior numero alle professioni del settore edile. È necessario perché non possiamo avere solo universitari, servono anche persone che facciano evolvere il nostro Cantone e il nostro Paese grazie alle costruzioni.

Alla fine di giugno di quest’anno, nel cantone di Vaud si terrà la Giornata della costruzione presso l’EPFL. Un evento di questo tipo, alla cui organizzazione partecipa la FVE, potrebbe permettere, facendo rete con politici, membri di altre sezioni della SSIC e altre parti interessate, di migliorare le condizioni generali per la costruzione di alloggi in Svizzera?

Oltre alla presenza di Isabelle Moret, consigliera di Stato vodese responsabile dell’economia, speriamo di organizzare dibattiti con politici e sindaci locali per sensibilizzarli sui problemi dell’edilizia. Anche gli scambi con altri cantoni saranno sicuramente interessanti. Occorre poter fare progressi con la grande problematica delle opposizioni e delle lungaggini amministrative per i nuovi edifici. Attualmente, gli investitori non vogliono più acquistare terreni non vincolati all’autorizzazione edilizia e, quando lo fanno, ci vuole molto più tempo per costruire. Per non parlare delle iniziative popolari, lanciate negli ultimi anni contro alcuni grandi progetti nei comuni. I promotori ci penseranno due volte prima di decidersi. Infatti, nel Cantone la preoccupazione per il nostro settore è quella di dover costruire in una situazione di incertezza e di dover risanare a livello energetico in quindici anni. Se le sfide sono grandi, è nel DNA dell’imprenditore trovare un modo per affrontarle.

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Pascal Gysel

Portavoce / Redattore

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