Puntare sull’elemento umano e la collaborazione martedì, 17.6.2025 | 06:00 ... Società Svizzera Impresari-Costruttori SSIC GdC Puntare sull’elemento umano e la collaborazione Michel Ducommun, presidente della Federazione vodese degli impresari-costruttori (FVE), interverrà il 27 giugno alla Giornata della costruzione presso l’EPFL. Parliamo di crisi con un uomo che non ama i giri di parole. Come giudica la situazione attuale della costruzione nella Svizzera romanda?Noto segnali di un andamento altalenante. Innanzitutto, per lo meno nel Cantone di Vaud, negli ultimi tre trimestri abbiamo assistito a una flessione considerevole del personale qualificato nell’edilizia e nel genio civile. Circa 500 persone in meno a disposizione, cioè una cifra inferiore alle 10 000 unità: una situazione che non si verificava dal 2018.Inoltre, si ricorre sempre più spesso alla manodopera interinale. Si assume, si licenzia, si assume, senza dubbio anche a causa dei rinvii nei lavori di alcuni cantieri per lungaggini burocratiche, prese di posizione ideologiche o proteste. Bisogna rendersi conto che la presenza di un albero può paralizzare interi progetti o quartieri.Oggi non viviamo forse una fase di instabilità politica, sociopolitica ed economica a livello mondiale?Nelle nuove generazioni questo crea effettivamente uno stato d’ansia. Come impresario-costruttore ritengo che si debba fare ricorso all’inventiva se si vogliono attrarre persone giovani o competenze specifiche. Le giovani generazioni vogliono avere un po’ di tempo libero, per godersi la vita. I sindacati hanno le loro responsabilità: devono smettere di denigrare le condizioni di lavoro e le professioni. Questo discorso negativo non incoraggia le scelte professionali e fa paura ai genitori.Dunque, da un lato ci sono la passione e la creatività, dall’altro c’è la realtà, non quella operativa, ma quella amministrativa. Progetti di costruzione bloccati, soprattutto la riluttanza da parte di certa committenza pubblica. Nonostante l’incremento demografico. Cosa può fare la FVE o quale soluzione intravede per cercare di ridurre questa tendenza negativa?Noi impresari-costruttori siamo equiparabili a degli artigiani: ci occupiamo dell’esecuzione di un edificio, non della sua progettazione. E, in più, ci sono le normative, le procedure… È molto vincolante. Faccio un esempio: io stesso, su un capitolato ho due pagine di calcoli e 88 pagine di condizioni generali. Perché? Perché tutti si vogliono coprire le spalle. Non c’è più coraggio, non c’è più nessuno che prenda delle decisioni e si assuma delle responsabilità. E chi ne subisce le conseguenze? Alla fine tutto ricade su di noi, gli impresari-costruttori. Bisogna invece che le parti in causa facciano un lavoro di squadra, si riuniscano intorno a un tavolo e rimettano l’elemento umano al centro dei progetti. La complementarità dei materiali e delle professioni è fondamentale e per noi della FVE è una componente prioritaria.Per quanto riguarda i vincoli, ci battiamo per consolidare i diritti edificatori al fine di evitare, per esempio, che un progetto che ha superato tutte le tappe di un iter democratico possa essere ribaltato nelle urne a causa di un’iniziativa promossa da un vicinato scontento. La politica deve farsi carico di questa problematica per arginare la spirale dei blocchi.D’altro canto, noi collaboriamo strettamente con i rappresentanti eletti per promuovere l’uso della carta di cantiere, allo scopo di evitare sgradite sorprese, sia per le imprese di costruzione che per la committenza. Anche in questo caso, invece di complicare la situazione, lo Stato e le collettività pubbliche devono dare il buon esempio. Ritratto Dopo avere diretto il Groupe Bois della FVE dal 2014 al 2024, Michel Ducommun è stato eletto presidente della federazione nel settembre 2024. Lavorare come miliziano, co-dirige anche l’impresa familiare Menuiserie Ducommun SA, che occupa una trentina di dipendenti. Circa l'autore Pascal Gysel Portavoce / Redattore pascal.gysel@entrepreneur.ch Condividi questo articolo
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