Riforma della LPP: difficile ma necessaria

Il 7 e 8 dicembre 2021 il Consiglio nazionale è stato il primo Consiglio a discutere della riforma della previdenza professionale. La Società Svizzera degli Impresari-Costruttori ha potuto contribuire in modo decisivo alla discussione. Insieme ad altre associazioni aveva introdotto nella discussione la «via di mezzo» come soluzione di riforma. Adesso il Consiglio nazionale ha seguito la raccomandazione della SSIC.

Il progetto edilizio svizzero del secolo era la galleria del San Gottardo. Ci sono voluti oltre 20 anni e oltre 20 miliardi di franchi per realizzarla. Nella previdenza professionale lo stesso importo viene ridistribuito da giovane ad anziano nell’arco di soli tre anni.

Nella previdenza professionale la legge prescrive un’aliquota di conversione minima che al momento è pari al 6.8 %. Ciò significa che per ogni avere di vecchiaia di 100’000 franchi viene versata una rendita di 6’800 franchi all’anno. Tuttavia, attualmente questa rendita è finanziabile solo perché i contributi di risparmio e gli accrediti degli interessi delle persone che lavorano sono utilizzati per il pagamento delle rendite dei pensionati. Pertanto il tasso minimo di conversione deve scendere. In Parlamento regna il consenso sul fatto che con l’attuale riforma l’aliquota debba essere pari al 6.0% per ridurre la ridistribuzione da giovani ad anziani. Non è possibile fare di più dal punto di vista politico, anche se l’aliquota dovrebbe essere del 5% circa per fermare la ridistribuzione.

Utilizzare le riserve anziché introdurre nuovi oneri

La riforma è necessaria. Negli ultimi due anni sono state discusse e respinte numerose proposte di riforma. Il Consiglio federale aveva presentato un modello che non ridurrebbe la ridistribuzione, ma la aumenterebbe ulteriormente, introducendo una nuova imposta sul salario. Poiché ciò aumenta inutilmente i costi del lavoro extrasalariali, la SSIC, insieme ad altre associazioni, si è opposta a questo modello e a favore di una «via di mezzo». L’idea centrale: anziché una nuova imposta sul salario si dovrebbero utilizzare le riserve esistenti.

Ora il Consiglio nazionale ha accolto questa proposta. È stato il primo Consiglio a discutere della riforma della previdenza professionale il 7 e 8 dicembre 2021. Una generazione di transizione di 15 anni riceverà un supplemento di rendita scaglionato fino a 2’400 franchi all’anno. Una cassa pensioni deve finanziare questo supplemento principalmente attingendo alle proprie riserve. Solo in seconda istanza interviene il fondo di garanzia LPP finanziato centralmente. In questo modo è stato possibile evitare nuove imposte sul salario. Quasi tutte le associazioni dei datori di lavoro sostengono questo modello.

In seguito, la commissione competente del Consiglio degli Stati si chinerà sulla questione. La SSIC si impegnerà con associazioni che condividono le stesse idee per correggere altri parametri: la deduzione di coordinamento e la soglia di entrata dovrebbero essere adeguate in base alla «via di mezzo». Il Consiglio nazionale ha anche pensato di introdurre deduzioni più elevate per il pilastro 3a. Secondo la SSIC, questo non dovrebbe far parte della riforma della LPP, perché non rientra nel sistema e mette in pericolo la capacità della riforma di ottenere una maggioranza tra la gente.

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Martin Maniera

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