Test autodiagnostici di massa: la SSIC invita i cantoni a passare dalla teoria alla pratica
Così, i casi di contatto, cioè i collaboratori che hanno avuto un contatto ravvicinato con una persona infetta, non hanno bisogno di mettersi in quarantena e possono continuare a lavorare a patto che risultino ogni giorno negativi ai test dell’azienda. Allo stesso modo, i collaboratori delle aziende grigionesi che applicano il piano di test autodiagnostici di massa non hanno bisogno di mettersi in quarantena al ritorno da una zona considerata a rischio dall’UFSP. Anche i lavoratori stranieri che entrano in Svizzera per svolgere un lavoro retribuito possono richiedere una riduzione della quarantena e persino iniziare a lavorare immediatamente, a condizione che il datore di lavoro sia d’accordo e che il test sia negativo ogni giorno per sette giorni lavorativi consecutivi.
Passare dal piano all’attuazioneSecondo l’UFSP, 22 cantoni hanno già presentato un piano di test rapidi. Tuttavia, ad eccezione dei Grigioni, nessun cantone ha ancora implementato un sistema ideale per i cantieri. Per questo motivo, la Società Svizzera degli Impresari-Costruttori esorta i cantoni ad attuare i piani di test che hanno sviluppato o ad applicare nel loro cantone lo stesso piano già provato nei Grigioni. Le autorità grigionesi sono disposte a condividere gratuitamente con tutti gli altri cantoni tutti i loro piani di test e la relativa documentazione. La sezione grigionese della SSIC è anche a disposizione per rispondere a qualsiasi domanda sull’attuazione del piano di test e per fungere, se necessario, da intermediario con le autorità cantonali grigionesi.
Possibili allentamenti a breve e lungo termineCon l’avvento dei test diagnostici rapidi utilizzabili sul larga scala, è ora disponibile un nuovo strumento per controllare la diffusione del coronavirus. È molto efficace e può essere implementato rapidamente. Permetterebbe di evitare o ridurre immediatamente alcune quarantene: un aspetto particolarmente importante nel settore dell’edilizia dove il telelavoro spesso non è possibile.
A più lungo termine, si potrebbero prevedere altri allentamenti, come l’abolizione delle regole di distanziamento nei cantieri all’aperto e negli spazi interni ventilati degli edifici in costruzione. Allo stesso modo, si potrebbe prendere in considerazione l’abolizione dell’obbligo di indossare una mascherina in ambienti chiusi, in particolare nei locali destinati alle pause e al riposo utilizzati esclusivamente dalle squadre risultate negative al test.
Tali allentamenti permetterebbero al settore delle costruzioni di limitare le restrizioni molto costose che complicano enormemente il lavoro quotidiano nei cantieri.
Il coronavirus ci accompagnerà ancora per qualche tempo. La salute dei collaboratori e della società in generale rimane la priorità assoluta. I test di massa, se realizzati su larga scala, possono dare un contributo significativo in tal senso, ripristinando allo stesso tempo una certa normalità nei cantieri e permettendo così all’edilizia di continuare a svolgere il suo ruolo di importante pilastro dell’economia svizzera. Per raggiungere questo obiettivo, i piani cantonali legati ai test rapidi devono diventare una realtà concreta in tutta la Svizzera. Imprenditori, sezioni, datori di lavoro e collaboratori: sta a tutti noi lavorare insieme per far sì che i nostri governi cantonali passino dalla teoria alla pratica.
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Corine Fiechter
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