Quali partiti e cantoni rappresentano le posizioni della SSIC?

L’analisi dei dati mostra che i Verdi e il PS sono più vicini alla Società Svizzera degli Impresari-Costruttori in materia di clima e infrastrutture rispetto all’UDC. Negli altri dossier, invece, PLR, Gruppo del Centro e UDC sono spesso in linea con la SSIC.

 

Nelle sue linee guida, la SSIC descrive il suo atteggiamento politico come liberale borghese. Tale atteggiamento prevede una concorrenza libera ed equa, un’economia di mercato lungimirante e uno Stato liberale e federalista con un basso livello di regolamentazione.

Anche se ovviamente alcuni partiti sono più vicini alla nostra posizione di base rispetto ad altri, emergono alcune sorprese in funzione dei dossier, com’è dimostrato da una valutazione statistica che mette a confronto il comportamento di voto di tutti i consiglieri nazionali e consiglieri degli Stati in carica con le posizioni della SSIC. Si prendono in considerazione tutte le questioni politiche nell’attuale periodo di legislatura che rivestono una certa importanza per la SSIC.

 

 

PLR, Gruppo del Centro e UDC sono partner forti

Al di là di tutte le votazioni, PLR, Gruppo del Centro e UDC sono generalmente in linea con la SSIC. Su una scala da 0 (nessun consenso) a 100 (consenso totale) punti, questi tre partiti si collocano in media tra 75 e 85 punti. I Verdi liberali rappresentano la posizione della SSIC in una questione su due, così si può interpretare il loro valore del rating di 50 punti. Verdi e PS condividono invece sempre più raramente le posizioni della SSIC, registrando un consenso generale soltanto in tre questioni su dieci.

 

Anche i partiti di sinistra possono essere preziosi

Non si dovrebbe però sottovalutare l’importanza dei parlamentari di sinistra, perché anche all’interno di questi due partiti, a seconda del dossier, ci possono essere consiglieri che concordano con la posizione della SSIC. Nel lobbismo politico si dovrebbe pertanto tentare di convincere anche questi parlamentari, in particolare quando si delinea soltanto un’esigua maggioranza nel corso di una votazione in Parlamento.

Le differenze tra i partiti si evidenziano in special modo nei dossier sul lavoro e sulle questioni sociali, sulla politica del territorio e sulla politica economica. Mentre il PLR, l’UDC e il Gruppo di Centro concordano in parte perfettamente con la SSIC in merito a questi dossier tematici, il PS, i Verdi e, in parte, i Verdi liberali si possono collocare all’estremo opposto.

I partiti di sinistra si dichiarano nettamente a favore di interventi sul mercato del lavoro mentre la SSIC si batte per il liberalismo e il partenariato sociale. Per quanto riguarda la pianificazione territoriale, la sinistra antepone la tutela ambientale a tutte le altre questioni, mentre la SSIC riconosce che anche le nuove costruzioni sostitutive richiedono spazi abitativi sufficienti nonché spazio per le infrastrutture, al fine di evitare un collasso del traffico. I partiti di sinistra auspicano imposte il più possibile elevate e una buona ridistribuzione, mentre la SSIC opta per una moderata pressione fiscale e il riconoscimento della prestazione propria.

 

A seconda del dossier, il PS e i Verdi condividono la stessa opinione della SSIC

Il quadro si inverte leggermente nei dossier su infrastrutture, clima ed energia. PS e Verdi concordano con la SSIC in sei questioni su dieci inerenti alle infrastrutture, l’UDC soltanto in quattro su dici. Anche in materia di politica climatica, entrambi i partiti sono un po' più vicini alla SSIC rispetto all’UDC. Tuttavia, in questo caso il consenso anche da parte di PLR, Gruppo di Centro e Verdi liberali è relativamente basso: fattore che indica anche un’ampia dispersione dei parlamentari all’interno di un partito. La SSIC si è espressa a favore della neutralità climatica entro il 2050, ma il percorso per raggiungere questo obiettivo non deve sovraccaricare le aziende. Alcuni partiti, invece, non sono interessati agli obiettivi climatici mentre, per altri, la riconversione dell’economia non è abbastanza rapida.

 

25 cantoni su 26 prevalentemente a favore delle posizioni della SSIC

Se si presta attenzione a quale cantone rappresentano i consiglieri nazionali e i consiglieri degli Stati in carica in Parlamento si evince che ogni cantone sostiene la SSIC in almeno metà di tutte le questioni politiche. L’unica eccezione è Basilea Città con 46 punti. Il «baluardo» della SSIC si trova nella Svizzera centrale e nell’Appenzello, dove il consenso tende verso l’alto. Anche nei cantoni montani, però, l’apprezzamento per i nostri obiettivi politici è elevato: il Vallese, ad esempio, concorda con noi per due terzi dei voti, analogamente a Turgovia, Sciaffusa, Argovia, San Gallo e Glarona.

Queste informazioni sono particolarmente utili per tutte quelle attività che vengono trattate nel Consiglio degli Stati, consentendo l’identificazione di parlamentari favorevoli alle nostre posizioni che potrebbero avanzare una proposta di modifica a una legge. Anche nel Consiglio nazionale, però, queste informazioni possono essere utili, in quanto consentono alla SSIC di richiedere alle proprie sezioni di interloquire con i loro rappresentanti cantonali.

 

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Susanna Vanek

Redattrice

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