Sentenza sul canone radiotelevisivo per le imprese

Secondo il Tribunale amministrativo federale, la tariffa degressiva del canone radiotelevisivo per le imprese come pure la costituzione di gruppi assoggettati al canone sono anticostituzionali. La SSIC accoglie con favore la sentenza.

Secondo il Tribunale amministrativo federale, la tariffa degressiva del canone radiotelevisivo per le imprese come pure la costituzione di gruppi assoggettati al canone sono anticostituzionali. Per motivi inerenti alla sicurezza del diritto, la tariffa attuale resta tuttavia applicabile fino alla prossima modifica dell’ordinanza. La Società Svizzera degli Impresari-Costruttori SSIC accoglie con favore la sentenza.

La Confederazione riscuote un canone ai fini dell’adempimento del mandato di prestazioni in materia di radio e televisione e il Consiglio federale stabilisce l’importo del canone per le economie domestiche e le imprese. Solo le aziende con un fatturato inferiore a mezzo milione di franchi sono esenti dalla tassa sui media; alle altre si applica una tariffa a 18 livelli. Scegliendo il fatturato come criterio per il livello della tariffa, il governo federale discrimina i settori con un fatturato elevato e margini ridotti. Ciò include anche l’industria edile principale, che lavora con materiali costosi. Anche una piccola impresa edile con tre dipendenti supera facilmente la soglia di fatturato di 500.000 franchi.

Quattro imprese hanno presentato ricorso al Tribunale amministrativo federale che si è dunque occupato ancora una volta della tariffa del canone per le imprese, nonché dei previsti gruppi di imprese assoggettati al canone. In una sentenza pubblicata di recente, il tribunale è giunto alla conclusione che la tariffa deve essere strutturata in modo progressivo e che i gruppi di imprese assoggettati al canone sono inammissibili.

Anticostituzionale e senza base legale

Secondo il tribunale il sistema tariffario rimane degressivo e viola dunque il principio di uguaglianza, ragion per cui è anticostituzionale. Anche con la nuova tariffa le imprese più piccole sono dunque sottoposte a un onere fiscale relativo sensibilmente più alto rispetto alle imprese con un fatturato più elevato. Il tribunale ritiene inoltre che la formazione di gruppi assoggettati al canone sia contraria alla legge e alla Costituzione. Da un lato le basi legali sono insufficienti e dall’altro canto il numero minimo sembra una soglia fissata arbitrariamente che agevola solo poche imprese.

Il Consiglio federale ha previsto di procedere alla verifica delle tariffe ogni due anni. Pertanto, per motivi inerenti alla sicurezza del diritto e alla proporzionalità, le decisioni impugnate non verranno annullate, e gli importi del canone per le imprese 2021 ivi menzionati restano quindi dovuti. Il tribunale raccomanda tuttavia al Consiglio federale di prendere in considerazione una strutturazione progressiva o parzialmente lineare del canone per le imprese al momento della prossima verifica.

La SSIC accoglie con favore la sentenza e si aspetta un’attuazione più favorevole alle PMI nella prossima revisione dell’attuale ordinanza, oltre alla parte contestata della tassa sui media.

Circa l'autore

pic

Schweizerischer Baumeisterverband

[email protected]

Condividi questo articolo