Catturare la CO2 anziché emetterla

Per proteggere il clima è necessario rimuovere la CO2 presente nell’atmosfera e catturarla a lungo termine. Una sfida che riguarda anche l’edilizia.

 

La Svizzera e il mondo continuano a emettere troppa CO2. Per questo occorrono strategie e processi per rimuovere la CO2 dall’atmosfera terrestre. Le cosiddette «tecnologie a emissioni negative» (NET) fanno da contrappeso alle emissioni che si prevede continueranno a esistere e intendono contribuire a rallentare il riscaldamento globale. Un ruolo centrale in questo senso spetta soprattutto al settore edile, perché calcestruzzo e simili potrebbero catturare un’enorme quota dell’anidride carbonica presente nell’atmosfera per via della loro massa. I materiali carboniosi, dopo diverse fasi di riciclo, potrebbero infatti essere deposti al termine del loro ciclo di vita per fungere da serbatoi definitivi di carbonio.

Con il titolo di «Mining the Atmosphere», l’Empa conduce ricerche per capire come convertire la CO2 in materiali in grado di apportare valore e di sostituire i materiali da costruzione convenzionali.

Alcune imprese svizzere hanno già sviluppato nuovi materiali edili che catturano la CO2, consentendo il grande risanamento dell’atmosfera. Di seguito una selezione.

 

Cinque imprese familiari con una missione comune

Cinque imprese a conduzione familiare – Grisoni-Zaugg SA, il Gruppo JMS (Johann Müller AG), Kästli Bau AG, il Gruppo Lötscher Plus e Eberhard Bau AG – hanno fondato la Zirkulit Beton AG allo scopo di stoccare insieme CO2 nel calcestruzzo riciclato. Il loro obiettivo è stoccare a partire dal 2030, in tutta la Svizzera, 25 000 tonnellate di CO2 all’anno nel calcestruzzo. Il calcestruzzo Zirkulit è stato sviluppato dalle ditte Eberhard AG e Kästli AG. La tecnologia di stoccaggio della CO₂ sviluppata da Zirkulit AG consente di immagazzinare almeno 10 chilogrammi di CO₂ per metro cubo di calcestruzzo Zirkulit. Il calcestruzzo vecchio ha il potenziale di stoccare CO2 nei suoi pori. Grazie a una reazione chimica, la CO2 viene catturata sotto forma di calcare. Zirkulit AG ha sviluppato una tecnologia che permette di sfruttare questa proprietà del granulato di calcestruzzo per sequestrarvi la CO2. Come il nome stesso suggerisce, Zirkulit utilizza un calcestruzzo circolare con una percentuale più alta possibile di materie prime secondarie. Al contempo, il prodotto ha un tenore minimo di cemento, di cui utilizza unicamente tipi di pregio.

 

Per saperne di più (in tedesco)

 

Klark contro i cambiamenti climatici

L’impresa edile di famiglia all’ottava generazione Zindel United si impegna su diversi piani a favorire la sostenibilità edilizia, un impegno premiato quest’anno anche con il Prix SVC Ostschweiz 2024. «Come risposta logica al cambiamento climatico e alla scarsità di risorse, Zindel United gestisce consapevolmente un’economia circolare, con particolare attenzione alle materie prime locali. Con il primo calcestruzzo a emissioni zero di CO2 in Svizzera, Zindel United contribuisce in modo significativo al raggiungimento degli obiettivi climatici per il 2050», scrive lo Swiss Venture Club SVC rispetto all’attribuzione del Prix SVC Ostschweiz di quest’anno. Questo calcestruzzo si chiama Klark ed è in grado di catturare la CO2 perché arricchito di carbone vegetale proveniente da legni locali. Klark, che ha le stesse caratteristiche tecniche del calcestruzzo tradizionale, può essere riciclato più volte senza mai rilasciare la CO2 immagazzinata. Grazie alla miscela di carbone vegetale, Klark può immagazzinare a lungo termine 200 chilogrammi di CO₂ per metro cubo, trasformando l’opera edile in un efficace serbatoio di CO₂. Le ricette esatte, adattate su misura alle esigenze specifiche del progetto di costruzione, consentono un prodotto a impatto ridotto in termini di CO₂, se non a neutralità carbonica. Klark è prodotto da Logbau, azienda che fa parte di Zindel United, Aarebeton Aarau AG e Ulrich Imboden AG.

 

Per saperne di più (in tedesco)

 

Fuoriclasse nello stoccaggio

Neustark è una giovane impresa nata nel 2019 come spin-off del Politecnico federale di Zurigo (ETH). Ha sviluppato una soluzione per lo stoccaggio a lungo termine di CO₂ biogenica nei rifiuti minerali riciclati come il calcestruzzo da demolizione. L’obiettivo ambizioso è rimuovere dall’atmosfera un milione di tonnellate di CO2 entro il 2030. «Lavoriamo con la tecnologia della mineralizzazione, che prevede che la CO2 reagisca con il calcestruzzo da demolizione trasformandosi in calcare e legandosi in modo permanente alla superficie del granulato, restando così immagazzinata. La tecnologia alla base della mineralizzazione garantisce una permanenza di centinaia di migliaia di anni. Il calcestruzzo da demolizione arricchito con CO2 può essere utilizzato per produrre calcestruzzo riciclato di cui, a seconda della tipologia, costituisce fino al 75%», spiega Elmar Vatter, responsabile della comunicazione di Neustark. Il calcestruzzo riciclato arricchito di CO2 può essere utilizzato anche in sostituzione della ghiaia per la costruzione di strade. Neustark ha avviato partenariati con diverse imprese, tra cui Kibag AG.

 

Per saperne di più (in tedesco, inglese o francese)

 

 

Nuovo processo di Holcim

Nel quadro di un nuovo processo, Holcim immagazzina a lungo termine CO2 nel granulato di calcestruzzo riciclato. L’impianto mobile permette di catturare annualmente 500 tonnellate CO2 nel calcestruzzo ECOPact RECARB di Holcim, rispettoso delle risorse, migliorando il suo bilancio ambientale. Questo dato corrisponde all’incirca all’assorbimento annuo di CO2 di 25 000 abeti svizzeri.

 

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Susanna Vanek

Redattrice

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