Difetti di costruzione: vietato scaricare sulle imprese edili rischi inappropriati

Lo scorso autunno il Consiglio nazionale ha deciso provvisoriamente di abolire il termine di segnalazione dei difetti di costruzione e di fissare il termine di prescrizione a 10 anziché 5 anni. La SSIC si fa promotrice di una correzione da parte del Consiglio degli Stati.

 

Il Parlamento vuole modificare i termini di segnalazione e di prescrizione dei difetti di costruzione stabiliti dal Codice delle obbligazioni. Dopo le decisioni provvisorie emanate nell’autunno del 2023 dal Consiglio nazionale, nell’estate 2024 toccherà al Consiglio degli Stati.

Attualmente il termine di segnalazione per i difetti nascosti è di sette giorni. Il Consiglio nazionale vorrebbe ora abolirlo del tutto. La SSIC, decisamente contraria a questa proposta, appoggia invece il termine di 60 giorni. Un eventuale difetto di costruzione è a carico dell’impresa edile se viene segnalato tempestivamente mentre spetta al committente rispondere dei danni se effettua la segnalazione in ritardo. Il termine di segnalazione è un importante strumento per individuare in tempo utile gli eventuali difetti, obbligo che compete al committente. Più tempo trascorre prima della segnalazione di un danno, più diventa difficile individuare i difetti e i danni indiretti e definire le responsabilità. Il rischio economico delle imprese edili diventa così eccessivamente gravoso a causa del crescente desiderio dei committenti di liberarsi dai rischi finanziari.

Il Parlamento discute inoltre il termine di prescrizione per le prestazioni edili già fornite. La SSIC ritiene che vada mantenuto l’attuale termine di cinque anni che il Consiglio nazionale desidera invece prorogare a dieci. Sarebbe un passo contrario alla prassi. Esistono infatti elementi costruttivi e opere edili la cui durata tecnica non può essere estesa a dieci anni. Anche per i professionisti sarebbe quasi impossibile fare una distinzione tra difetti e normali segni di usura. Le imprese di costruzione devono, per ogni ordine, costituire degli accantonamenti pari al 15% (talvolta al 30%) del totale oppure trasferire l’importo su un conto bloccato. Queste somme ingenti vincolano già molta liquidità e, con l’aumento del termine di prescrizione a 10 anni, l’importo crescerebbe ulteriormente.

Per i suddetti motivi, la SSIC e le sue sezioni cantonali richiedono che il Consiglio degli Stati modifichi le decisioni errate del Consiglio nazionale e nella sessione estiva fissi il termine di segnalazione a 60 giorni e lasci il termine di prescrizione a 5 anni.

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Martin Maniera

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