La Svizzera deve rimettere in sesto le sue infrastrutture!

Le nostre infrastrutture sono cruciali per lo sviluppo economico e per l'alta qualità di vita della popolazione. A tal fine devono essere conservate.

 

Strade intasate, ritardi o soppressione di treni, rottura di condotte, ecc.: queste notizie sono sempre più frequenti. Non c'è da stupirsi, visto che molte delle infrastrutture risalgono agli anni ‘70 e ‘80. Esse mostrano sempre più spesso segni di degrado e non sono state dimensionate per i numeri della popolazione odierna. La Svizzera deve agire per risanare le infrastrutture e ampliarle in funzione delle esigenze reali.

Mentre l'espansione della ferrovia gode di un ampio sostegno, quella delle strade è sempre più controversa. Prima ancora che il Parlamento potesse discutere il credito d'impegno per la manutenzione (8,7 miliardi di franchi) e l’ampliamento (4,3 miliardi di franchi) della rete stradale nazionale 2024-2027, l’ATA ha annunciato un referendum. Obiettivo: nessun nuovo progetto di ampliamento. In caso di referendum, la SSIC, con altre associazioni, si batterà attivamente per l'ampliamento della rete stradale.

Il finanziamento dei prossimi progetti è garantito dal Fondo per l’infrastruttura ferroviaria (FIF) e dal Fondo per le strade nazionali e il traffico d'agglomerato (FOSTRA). Più veicoli elettrici ci sono, meno soldi confluiscono nell'imposta sugli oli minerali e ciò mette a rischio il FOSTRA. La SSIC è convinta che in futuro anche i proprietari di veicoli elettrici dovranno contribuire alla manutenzione e alla costruzione delle infrastrutture stradali. Pertanto, essa si impegna in favore di un onere moderato per i veicoli elettrici e per una soluzione praticabile per garantire il finanziamento del FOSTRA nel tempo. Il relativo disegno di legge del Consiglio federale è ora in fase di elaborazione e sarà accompagnato da attività di lobbying della SSIC nei prossimi mesi. Inoltre, ci stiamo battendo contro il travaso di fondi a destinazione vincolata (dal FOSTRA e dal FIF) nel bilancio finanziario generale.

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Romana Heuberger

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