Nessuna assegnazione a imprese esterne al settore

In una lettera, gli impresari costruttori della regione di Basilea hanno segnalato a un Comune che, ai sensi della nuova legge federale sugli appalti pubblici, la qualità è un importante criterio di aggiudicazione. Proprio per tener conto dell’elevato livello di consapevolezza della qualità, non si devono quindi assegnare appalti a imprese non soggette al Contratto nazionale mantello per l’edilizia principale in Svizzera (CNM).  

 

In un Comune della Svizzera nord-occidentale, quattro rinomati impresari costruttori regionali hanno presentato domanda per un appalto. Tutti avevano la propria sede nelle immediate vicinanze del Comune che aveva appaltato i lavori. Un buon punto di partenza per chi era preposto a decidere in quel Comune, si direbbe. Tuttavia, chi di dovere ha optato per un’impresa non soggetta al campo di applicazione del CNM. Di conseguenza, l’impresa non è tenuta a rispettare i salari minimi e i rimborsi spese prescritti dal CNM. Essa può quindi offrire i propri lavori secondo metodi diversi rispetto ai concorrenti del settore principale della costruzione. Tuttavia, in seguito alla revisione della legislazione sugli acquisti pubblici, il prezzo non è più il criterio di aggiudicazione decisivo. La qualità e la sostenibilità dovrebbero avere un peso maggiore. Ciò che parlerebbe a favore dell’aggiudicazione alle imprese del settore principale della costruzione è che queste ultime formano costantemente i propri collaboratori, il che aumenta la qualità dell’esecuzione. Inoltre, rispetto alle aziende esterne al settore, sono in grado di garantire tra l’altro il rispetto delle prescrizioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di altre norme a tutela dei collaboratori durante l’esecuzione dei lavori. Tutti criteri che giustificano l’aggiudicazione.

 

La reazione della sezione 

L’assegnazione ha dato luogo a discussioni tra gli impresari costruttori. Theodor Häner, direttore degli impresari costruttori della Regione di Basilea, ha reagito scrivendo una lettera al Comune. La questione non riguardava tanto il volume d’affari dell’appalto, come sottolinea, quanto piuttosto il principio e le chiare aspettative degli impresari costruttori nei confronti dei committenti pubblici. È molto facile per le autorità comunali, con il loro dipartimento edile, stabilire se un’impresa offerente soddisfi o meno i criteri di idoneità per l’appartenenza al settore. Häner fa riferimento alla «piattaforma SIAC», nella quale accanto alle imprese del settore principale della costruzione sono elencati anche altri dodici settori artigiani. La «piattaforma SIAC» stabilisce a quale CCL o CNM sono soggette le imprese. In tal modo, le autorità possono verificare se un’impresa soddisfa o meno le condizioni per l’aggiudicazione. «In concreto, ciò significa che un fornitore di prestazioni del settore principale della costruzione non appartenente a questo ambito, che non figura nel SIAC nel settore principale della costruzione, non deve essere invitato a presentare un’offerta dalle autorità aggiudicatrici. E tanto meno gli deve essere affidato un incarico di questo tipo», spiega chiaramente Häner. Egli ritiene che l’integrazione di questa semplice «questione di buona governance» sia in linea con l’obiettivo della nuova filosofia degli appalti, che richiede una maggiore attenzione alla sostenibilità e alla qualità negli appalti pubblici. «Il tanto decantato cambiamento di paradigma nel settore degli appalti pubblici potrà avvenire solo se si porrà fine alla concorrenza sleale sui prezzi, causata dalla riduzione dei salari da parte dei fornitori», afferma convinto.

In sintesi, occorrerà ancora un po’ di formazione prima che i nuovi principi per la presentazione delle candidature arrivino anche ai Comuni.

Circa l'autore

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Susanna Vanek

Redattrice / Specialista in comunicazione

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