Le imprese edili svolgono un lavoro di sensibilizzazione

La vaccinazione contro il coronavirus protegge dal contagio ed evita decorsi gravi della malattia nei casi in cui non viene raggiunta una protezione del 100 %. Il Consiglio federale la considera fondamentale per il contenimento della pandemia. Diverse imprese edili dimostrano riguardo a questa questione la propria responsabilità sociale e facilitano ai propri collaboratori la decisione sulla vaccinazione, consentendo loro ad esempio di vaccinarsi durante l’orario di lavoro.   

È stato un sabato straordinario quello organizzato a giugno nel deposito della Bauunternehmung Anliker AG di Emmen. Le salsicce friggevano sulla griglia, ma non si trattava però di un’allegra gita aziendale. Con questa iniziativa, il gruppo Anliker offriva invece ai propri collaboratori una vaccinazione contro il coronavirus. La vaccinazione aziendale è stata resa possibile dalla collaborazione con il Kurhotel Sonnmatt, che fa parte del gruppo Anliker. «Abbiamo richiamato l’attenzione dei collaboratori sulla vaccinazione tramite SMS con link sul nostro sito web dedicato al coronavirus e tramite lettere», racconta Roland Dubach, CEO del Gruppo. Inoltre i quadri hanno svolto un lavoro di informazione e sensibilizzazione. «Se vogliamo arginare la pandemia, è importante che il maggior numero possibile di persone in Svizzera siano vaccinate. Inoltre, in caso di contagio la vaccinazione previene un decorso grave o addirittura letale», afferma Dubach. Non sono stati vaccinati solo i dipendenti, ma anche i loro partner. Circa 400 persone hanno approfittato di questa opportunità.

Sensibilizzazione tramite app 

L’impresa edile Specogna Bau AG comunica con i collaboratori sul cantiere utilizzando il tool Beekeeper, un’app che consente ai dipendenti di ricevere messaggi direttamente sul loro cellulare. Il tool è molto apprezzato dai collaboratori sul cantiere, perché così sono sempre informati, anche se non hanno accesso alle e-mail. Via Beekeeper, la responsabile HR Indira Arifi ha inviato ai dipendenti informazioni sulla vaccinazione. Ad esempio su quanto sia importante. Il vantaggio di Beekeeper è che i messaggi vengono tradotti automaticamente nella lingua impostata sullo smartphone. «In questo modo siamo riusciti a sensibilizzare i nostri collaboratori riguardo a questo argomento», commenta soddisfatta Arifi. Inoltre, ha comunicato che la vaccinazione poteva essere effettuata durante l’orario di lavoro e che, in caso di effetti collaterali, non era necessario un certificato medico per giustificare l’assenza, ma che era sufficiente la conferma della vaccinazione. «Così abbiamo tolto ai dipendenti non solo il timore che alla fine del mese mancassero loro ore di lavoro, ma anche una scusa per non farsi vaccinare. Il nostro approccio è stato accolto positivamente.»

Tempo di lavoro messo a disposizione 

«Implenia sostiene espressamente la vaccinazione dei collaboratori, e a tale scopo mette a disposizione di tutti coloro che desiderano vaccinarsi il tempo di lavoro necessario per poter usufruire delle offerte di vaccinazione esterne disponibili. Questo fatto viene comunicato nei cantieri tramite i capomastri/caposquadra. Lasciamo però ai collaboratori la decisione se farsi vaccinare o meno. Per questo motivo, da parte nostra non registriamo neppure chi si fa vaccinare. Attualmente non è previsto realizzare una propria infrastruttura di vaccinazione sui cantieri», afferma Ulli Janett, Communication Manager di Implenia.

 Situazione giuridica 

Il Consiglio federale ritiene che la vaccinazione contro il coronavirus sia la misura più efficace per contenere la pandemia. Non è gratuita solo per le persone che vivono in Svizzera, ma anche per i frontalieri e i loro partner.

I datori di lavoro sono responsabili della protezione della salute sul posto di lavoro, il che rappresenta una sfida ai tempi del Covid-19. Per questo devono poter contare sulla collaborazione dei lavoratori. Con l’introduzione del certificato Covid, si potrebbe utilizzarlo come base per le misure sul posto di lavoro. Dal punto di vista legale tali informazioni rientrano tuttavia tra i dati degni di particolare protezione, motivo per cui è necessaria una base legale per la loro consultazione. Senza questa base, solo in casi eccezionali è possibile presupporre una vaccinazione anti Covid, una guarigione o un certificato Covid per l’esecuzione del lavoro.

La Confederazione sta attualmente esaminando l’introduzione di una base per l’impiego del certificato nell’Ordinanza COVID-19 relativa alla situazione particolare. Se viene creata una tale base, la situazione dovrebbe essere sottoposta a una nuova valutazione.

Anche se dal punto di vista della SSIC i datori di lavoro possono informarsi attualmente sullo stato dell’immunizzazione dei loro lavoratori (ad es. il datore di lavoro può prendere in considerazione l’eventualità di allentare l’obbligo di indossare la mascherina sul posto di lavoro nel caso in cui vi sia un numero sufficiente di persone vaccinate o guarite, effettuando un sondaggio consultivo), i lavoratori non sono tuttavia tenuti a rispondere finché la loro immunizzazione non è determinante per lo svolgimento del lavoro.

Se in un’azienda vi è concordia riguardo all’applicazione del certificato Covid, è consigliabile la versione «certificato Covid light». Il certificato light è una funzione dell’app «COVID Certificate». Se la attivate, i dati del vostro certificato COVID di base genereranno un nuovo codice QR che non conterrà più i dati sanitari. Il certificato light può essere utilizzato solo in Svizzera. Per motivi legati alla protezione dei dati, il certificato light deve essere riattivato dopo 48 ore. Per ritornare al vostro certificato COVID di base, potete disattivare il certificato light in qualsiasi momento.

 

 

 

Circa l'autore

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Susanna Vanek

Redattrice / Specialista in comunicazione

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